Ogni incontro per essere proficuo e divenire maestro di vita, abbisogna di stati di Coscienza particolari.
Dice Rudolf Steiner nel testo “Educazione ed insegnamento fondati sulla conoscenza dell’uomo” (un testo che guida alla Antropologia Meditativa) alla III conferenza:
‘Una diagnosi ci allontana dalla realtà individuale del bambino‘.
La diagnosi che è un incasellamento in una etichetta che ha solamente “l’utilità” di fornire a – genitori, insegnanti, educatori, istituzioni – un orientamento, una mappa, un linguaggio comune, una legenda.
Perché dietro ogni nome di persona e dunque qualsiasi altra etichetta, come lo è il nome di una malattia o una sua sigla (ADHD; SDA etc…) c’è una individualità che pulsa, che vive e che ha una strada del tutto diversa da chiunque altro al mondo.
E’ questa strada ad aver bisogno di essere vista, riconosciuta, edotta fuori. Ed il nostro compito è unicamente questo, Non quello di farci salire sul pulpito facendo sentire gli altri sbagliati o bisognosi di essere normalizzai.
Diagnosi dia-gnosis significa “conoscenza attraverso “. Dunque tutte le informazioni che ricaviamo da una anamnesi, una osservazione, un racconto sono degli “strumenti attraverso i quali conoscere” chi abbiamo di fronte. DIA-GNOSIS.
La diagnosi dovrebbe dunque servire unicamente a questo scopo.
Conoscere una individualità attraverso le manifestazioni comportamentali di quella individualità. Chi abbiamo di fronte, cosa sta cercando di rivelarci per portare a compimento il suo progetto incarnatorio?
Quindi evitiamo la catalogazione di un essere umano come un “complesso di sintomi”
Utilizziamo la dia-gnosis ovvero un percorso attraverso il quale poter conoscere, dedurre, portare a manifestazione quella individualità unica ed irripetibile che giunge ad un appuntamento con noi affinché il nostro sguardo possa cogliere quanto quella individualità ci mostra di sé per aiutarla a superare un transito da una condizione di meno armonia ad una di maggiore armonia.
Ci sono due modalità ‘diagnostiche’.
– quella analitica generalizzante
– quella fenomenologica che si manifesta nel “sintomo”, nella “spia”, in ciò che salta all’occhio dell’osservatore e che mostra di se l’individuo che stiamo incontrando in quel momento.
Possiamo dire che ogni bambino ha in se una Antropologia Generale che è l’insieme dell’umano comune a tutti ed una Antropologia Individuale che è la sua biografia di vita in vita.
Possiamo permettere l’incontro di queste due “antropologie” grazie alla “Meditazione Punto-Cerchio” dove lavoreremo simbolicamente su ciò che dalla periferia si metamorfosa in un centro e viceversa. Una meditazione simbolica che diventerà un modus pensandi della nostra individualità e che cì farà uscire dal giudizio, dalle categorie, dal nostro punto di osservazione limitato.
Potremmo dire che i “sintomi” sono la periferia, il centro, è l’Io.
E vedere che ogni sintomo è una porta di entrata per andare verso il centro, verso cioè l‘Io ove l’Individualità potrà essere svelata.
L’individualità ha sempre questi due gesti, uno periferico da dove giunge ed uno centrale dove si manifesta e, viceversa, da dove si rimuove verso la periferia.