Dal senso del tatto dipende il senso della forma e dell’involucro.
Dalla maturazione del senso del tatto dipende la possibilità di un contatto caratterizzato dalla tenerezza.
Il senso della vita rende possibile il sentimento della calma ed un sentimento di affidabilità; un sentimento di persistenza cioè di sentire qualcosa che permane stabile mentre tutto muta.
Il senso della vita consente di sentire che siamo sempre noi stessi nonostante tutto intono a noi muti.
Il senso della vita ci consente, mediante una risonanza in noi, di percepire come sta l’altro.
Il senso del movimento ci trasmette il sentimento della gioia e dell’attività.
il senso del movimento è un senso sociale giacche quando ci muoviamo insieme – commuoversi – si sviluppa tra le persone un sentimento di vicinanza.
Mediante il senso dell’equilibrio abbiamo il sentimento della nostra dignità, un sentimento di sublimazione, di elevazione, un sentimento della propria grandezza, nobiltà.
Lo sviluppo dei sensi basali riveste una importanza decisiva per la maturazione del senso etico nell’età della pubertà.
Se abbiamo ricevuto dai nostri genitori il dono di un sano sviluppo del senso del tatto, in una età successiva sentiremo il desiderio di far dono ad altri di ciò che abbiamo ricevuto.
Per il senso del tatto si tratta del desiderio di proteggere le altre persone.
Se abbiamo ricevuto dai nostri genitori il dono di un sano sviluppo del senso della vita più tardi in noi nascerà l’inclinazione a consolare gli altri.
Se abbiamo ricevuto dai nostri genitori il dono di un sano sviluppo del senso del movimento, più tardi potremmo essere in grado di incoraggiare le altre persone.
Se abbiamo ricevuto dai nostri genitori il dono di un sano sviluppo del senso dell’equilibrio, più tardi sentiremo il desiderio di aiutare chi ha vissuto un crollo della propria vita a rimettersi in piedi.Henning Kohler – Conferenza 30 ottobre 2020 sui Sensi Basali
Rudolf Steiner dice che mediante il senso del tatto abbiamo sentimento dell’essere in quanto tale; questo sentimento “dell’essere in quanto tale” è il SENTIMENTO DI DIO.
Sempre Rudolf Steiner dice che in virtù del senso della vita irradia nell’anima il SENTIMENTO del BENESSERE ORIGINARIO, possiamo immaginare il Buddha che è seduto nel suo sentimento di benessere e SORRIDE AL MONDO.
Ed ancora Steiner dice che in virtù del senso del movimento irradia nell’anima la LIBERTÀ’ ANIMICA.
E grazie al senso dell’equilibrio irradia nell’anima il SENTIMENTO DI SE STESSI COME SPIRITO.
A partire dalla filosofia greca l’uomo si è iniziato a chiedere cosa sia l’essere. Come dimostrarne di esistere? E se non fossimo reali? E Se la realtà intorno a noi non fosse reale?
Come ci accertiamo della nostra esistenza e di quella di tutte le cose?
Tutte queste domande hanno a che fare con il Senso del Tatto
Rudolf Steiner iniziò a trattare in maniera specifica il senso del tatto come a se stante per la prima volta nel 1916. Prima di questo cambiamento rinveniva il senso del tatto come presente in tutti sensi per cui non ne fece una trattazione a se stante.
Nel 1916 rivide le sue posizioni perché si accorse che è grazie ad esso che si rende possibile percepire la materialità come tale, la materialità come qualcosa che occupa uno spazio. Il Tatto appariva essere l’unico senso che non era legato ad una QUALITÀ’ ma alla stessa MATERIA.
Questo fu un grande salto.
La prima esperienza tattile possiamo dire che sia quella della nascita attraverso il canale del parto. Esperienza che, provocando un urto con qualcosa che è un limite, fa sperimentare la separazione tra se ed il limite e dunque la propria corporeità.
Paradigma di una esperienza tattile è dunque sempre la separazione che avviene grazie all’urto.
Con uno sguardo antroposofico possiamo aggiungere che il bambino non solo si separa dal corpo materno ma si separa dal cosmo dove era immerso e tutto improvvisamente si pone fuori da sé.
L’esperienza della nascita abbinata all’esperienza tattile sono dunque il presupposto per la formazione di una coscienza duale che permette la distinzione tra sé ed il mondo.
Ma l’esperienza tattile è anche lo strumento grazie al quale possiamo avere una sensazione inconscia di essere avvolti, protetti dal nostro stesso involucro corporeo. Una esperienza che è inconscia perché non siamo in grado di concettualizzare la nostra forma, il nostro involucro, ma ci accorgiamo subito se in qualche modo viene disturbata questa sensazione di protezione che ci rimanda il nostro confine corporeo. Se per esempio siamo sdraiati al sole
L’organo della esperienza tattile è la pelle che sta al confine tra noi ed il mondo. Questa esperienza del limite può avere tre qualità.
LE TRE QUALITA’ DELL?ESPERIENZA TATTILE
1.DELIMITAZIONE
La prima qualità della esperienza tattile è quella consentirci di comprendere la delimitazione. La sperimentazione del limite che consente di sperimentare le qualità del mondo.
Il contatto può essere DELICATO e questo provoca una risonanza sul sistema neurovegetativo che nella sfera animica viene percepito come una musica armoniosa.
Il contatto può essere GROSSOLANO. In questo caso il contatto provoca una risonanza sul sistema neurovegetativo e nell’anima come un suono sordo.
Il contatto può essere un URTO. In questo caso provoca una risonanza sul sistema neurovegetativo dolorosa che nella sfera animica viene percepito come un suono disarmonico.
Comprendiamo dunque come sia molto importante il momento della nascita del bambino e come viene toccato.
UN MONDO BUONO
Il sapere, il conoscere, è un privilegio. E sapere cosa provoca o determina nel mondo o sulla vita animico-psichica di un bambino un nostro gesto è un privilegio straordinario sia per lui e la sua salute psico fisica sia per il rapporto che instaureremo con lui e dunque per la qualità della sua vita futura.
Non è importante ciò che si fa, ma come lo si fa.
Ciò che il bambino percepisce è la qualità dei gesti.
Il bambino sente l’amore sulla pelle.
Ciò che dovrebbe caratterizzare la qualità di un gesto educativo è la premurosità, la delicatezza, l’entrare in dialogo ed il desiderio di farlo.
E’ importante che ci si prenda del tempo per comprendere, per entrare il relazione tra adulto e bambino. Questo è ciò che il bambino sia aspetta. Questo concetto è ciò che Steiner intende quando dice che “nel primo settennio il bambino si aspetta che il mondo sia buono”.
Si tratta di salire ad un grado di coscienza di qualità diversa.
Fare la maestra di asilo è molto più impegnativo che fare il professore universitario. Una maestra di asilo deve lavorare molto alla trasformazione del proprio stato di coscienza. Tanto più il bambino è piccolo tanto più deve essere sottile la nostra attenzione.
2. RISONANZA
La seconda qualità dell’esperienza tattile è quella della risonanza:
il bambino attraverso la percezione di se si mette in ascolto di ciò che lo circonda. I bambini sanno molto bene come stanno le persone che li prendono in braccio.
Ci sono bambini che vengono presi in braccio e non si consolano ma se cambiano braccia improvvisamente si tranquillizzano, oppure bambini che vengono affidati a qualcuno e che prima di essere affidati stavano in perfetta serenità mentre quando vengono presi da quest’altra persona iniziano ad urlare. Perché? Perché entrano in risonanza con chi li tiene.
Il bambino ha una immediata empatia spontanea involontaria.
Questa caratteristica viene persa quasi del tutto nell’adulto, rimane solo come una forma di antipatia o simpatia verso situazioni, cose e persone, ma perdiamo sempre di più o non permettiamo a quella risonanza di parlarci.
3. EVIDENZA
La terza qualità del senso del tatto è l’evidenza. Il senso del tatto ci consente di accertare con assoluta evidenza ed immediatezza che qualcosa c’è, che io sono reale, che il mondo che mi circonda è reale. Se improvvisamente si producesse una voragine che ci fa precipitare nel vuoto o se fossimo deprivati tattilmente, proveremmo una sensazione orribile di angoscia.
Nelle vasche di deprivazione sensoriale, ove si toglie la percezione del limite e degli altri sensi, si possono sperimentare allucinazioni e forti stati di angoscia.
Noi abbiamo bisogno della percezione tattile per accertarci che ESISTIAMO.
È grazie alla percezione tattile che abbiamo certezza e fiducia che noi esistiamo e che il mondo esiste.
Grazie al senso del tatto dice Steiner noi percepiamo Dio nella materia.
Percepiamo la forza creatrice in virtù della quale tutto esiste grazie alla esperienza tattile.
Toccare ci fa accertare della nostra esistenza.
Tanto più il bambino sperimenta una qualità grossolana della percezione tattile, tanto più sperimenta ostilità o freddezza, assenza di calore, tanto più si ritira in sé stesso e tende a respingere il mondo, a strutturare delle difese psichiche perché è intollerante (pensiamo alle intolleranze alimentari, alle problematiche della pelle…).
Una percezione tattile fredda, grossolana, fa sperimentare al bambino soprattutto l’elemento della separazione.
Ma tutti sappiamo che essere separati ed essere angosciati è la stessa cosa.
Pensiamo qui al DISTANZIAMENTO SOCIALE che si sta insinuando come modalità relazionale nella vita di adulti ma peggio, peggio ancora in quella dei bambini in questo momento storico di fanta-pandemia.
La separazione porta con sé sempre angoscia.
Dunque, il bambino ha una angoscia che è tanto più grande tanto più percepisce l’alterità, la distanza.
Se invece il bambino sperimenta delicatezza, premurosità, attenzione, in una parola, amore, in lui si accresce la sua attitudine all’ascolto del mondo, al dialogo con esso, si apre fiducioso di non perdere sé stesso nell’aprirsi al mondo.
Quando lo sviluppo del bambino procede in modo armonico sviluppa un buon senso della forma e dell’involucro ovvero sperimenta il corpo come uno strumento disponibile, ne percepisce il confine.
Ci sono bambini a cui accade spesso di farsi male perché urtano e non hanno ben chiaro dove comincia il mondo e dove finisce il corpo; questo è un carente sviluppo del senso della forma.
E poi c’è il senso dell’involucro: quando il bambino fa esperienza dell’evidenza fa l’esperienza del divino che permea tutte le cose. Questo significa che considera tutte le cose come benevole, buone. Si aspetta da ogni cosa qualcosa di buono.