ACCETTARE significa MUOVERE i nostri pensieri DALLA VERITA’.
Se la vita ci ha esposto a situazioni che giudichiamo ingiuste, spesso non vogliamo accettare la realtà di quanto è accaduto ed invece che cercare una soluzione, tentiamo di cancellare quanto ci disturba in tanti modi. Per esempio con forme di obnubilamento della coscienza che ci gettano in tossicodipendenze di qualsiasi tipo come eccesso di cibo, alcol, soddisfazione e stimoli dei sensi. Oppure, esercitiamo una ribellione tout court, istintiva, animalesca e diventiamo collerici, violenti, irragionevoli, rabbiosi, perché il nostro campo emotivo è carico oltre misura e cerca uno sfogo. Oppure sprofondiamo in una silenziosa rassegnazione tentando di nascondere a noi stessi ed agli altri quel qualcosa che non è stato accettato accolto, osservato e metamorfosato verso una occasione evolutiva. E ci sforzeremo di apparire equilibrati, simpatici, socievoli, brillanti.
Salvo poi, ad una attenta osservazione apparire, inquieti, sofferenti con un inconscio che si dimena e vuole essere liberato e riportato a vero equilibrio e dunque guarigione.
In questo processo di non accettazione e metamorfosi appaiono sentimenti come amarezza, rimpianto, mancanza di fiducia e rabbia, forme di paura, risentimento costante verso la vita e le relazioni. Incontriamo persone che amano più gli animali che gli esseri umani. Incontriamo persone senza rispetto per la magnifica espressione dello spirito che vive nel loro corpo che diventa grasso, sformato, atomico, trattato solo come uno strumento di gratificazione dei sensi.
C’è una cosa da meditare:
SE SIAMO RISENTITI CON IL MONDO, SIAMO NOI A SOFFRIRE, NON IL MONDO.
SE SIAMO ARRABBIATI ON IL MONDO, SIAMO NOI A SOFFRIRE, NON IL MONDO.
IL VELENO GENERATO DALLA NON ELABORAZIONE DI QUANTO AVVENUTO CHE NON VIENE ACCETTATO, SI INOCULA NEL NOSTRO CAMPO DI ENERGIA, NON IN QUELLO DEL MONDO. NON DISTRUGGE COLUI CHE RITENIAMO RESPONSABILE DI UN TORTO; MA NOI STESSI.
SAREMO NOI A PERDERE IL GUSTO PER LA VITA; NON IL MONDO.
Ma questo processo non è semplice perché la nostra personalità che esiste grazie alle forze dell’ostacolo, oppone una grande resistenza perché il suo compito è spingerci costantemente verso una evoluzione che somigli sempre di più fino ad identificarsi con la capacità di creativa nella Libertà e nell’Amore che è tipica del Creatore.
Cosa significa ACCETTARE?
Guarire e purificare Anima in accordo alla vita.
Accettazione è un processo, non una formula e nemmeno una scorciatoia.
Un processo è uno spostamento del punto di coscienza di un campo di energia che produce un cambiamento misurabile del suo stato. Questo cambiamento si vede anche nelle coordinate di spazio e di tempo.
Possiamo paragonarlo a processo di crescita di una pianta che vediamo accadere nello spazio e nel tempo.
Accettazione è allora un processo perché si tratta di muovere il nostro “punto di coscienza” da un luogo interiore ad un’altro che si avvicina sempre di più al luogo della Verità.
Muovendo il punto di coscienza si producono dei cambiamenti misurabili nei veicoli del Pensiero, del Sentimento e dell’Azione o corpo fisico.
Potremmo scomporre questo processo spirituale con tre concetti che indicano ciascuno un punto di coscienza:
uno è strettamente collegato con gli aspetti del corpo fisico,
uno con gli aspetti dell’anima
un altro con aspetti più direttamente dello spirito.
Accettare – Corpo fisico
Accogliere – Anima – Sentimento
Concepire – Spirito – Pensiero
Il processo al suo punto di coscienza più basso è quello della accettazione ed ha a che fare con elementi fisici.
Quando portiamo dentro di noi qualcosa, per esempio mangiandola, portiamo dentro un “corpo estraneo” che stiamo “accettando“.
Ma non è scontato che il portare dentro questa sostanza corrisponda alla capacità di metabolizzarla, cioè scioglierla (solve) ed ricostruirla (coagula) e dunque assimilarla farcendocene nutrire.
E se questo non succede, può accadere che l’accettare qualcosa, non rimanga inerte ed inerme ma lavori dentro di noi. Ecco, lo stesso accade per situazioni che accettiamo ma che in realtà non vorremmo accettare.
Ma fisico e psichico vanno di pari passo.
Quando accettiamo e diciamo “si ok, va bene” ma in realtà non vorremmo, è come se nel nostro corpo facessimo entrare qualcosa di irriconoscibile, come per esempio dei grassi vegetali idrogenati o dei metalli.
Il corpo non sa cosa farsene, non sa metabolizzarli, e nemmeno sa come disfarsene. Questo che non vogliamo e dunque non sappiamo sciogliere e ricomporre adattato a noi inevitabilmente a lungo andare e se ripetuto, porta a malattia.
La malattia, prima nasce nell’anima o psiche e poi si manifesta nel corpo fisico.
Quando nelle perturbazioni ricevute nella sfera della psiche o anima, l’IO non riesce a compenetrare la questione e trasformarla in senso evolutivo, nasce la malattia.
La soluzione più semplice sarebbe certamente quella di non trovarsi nella condizione di dover accettare qualcosa che non corrisponde alle nostre vibrazioni interiori, ma non sempre questo è possibile.
Il primo passo da fare è innanzitutto vedere se nelle nostre “vibrazioni” siamo in un ambito soggettivo e dunque nella personale sfera dell’anima, o se effettivamente quanto sta capitando intorno a noi, risponde oggettivamente a dei criteri di inaccettabilità.
Nel primo caso, possiamo certamente fare un lavoro su e con noi stessi per sciogliere ciò che dentro di noi è rigida rappresentazione e trasformarlo in immagine vivente per cui riuscire a vedere ed accogliere (anima) aspetti che alla prima e più istintiva rappresentazione non ci giungevano nemmeno in forma di apparenza e starci dentro, barcamenarsi un po tra accettazione e repulsione.
E’ un livello certo superiore a quello della brutale accettazione, ma si può fare di più.
Questo lavoro è ottimo perché porta sempre a scovare dentro di noi – anima – qualcosa che attende di essere visto e modificato- Come dire che: gli ostacoli vengono sempre a parlarci di noi e di cosa ancora necessita di essere elaborato e migliorato a livello della nostra anima o psiche..
Nel secondo caso, quando ci troviamo per esempio di fronte a qualcosa di oggettivamente deplorevole e dunque in linea di assoluta inaccettabilità ma per forza di cose qualcosa o qualcuno ci spinge ad accettarlo, per non trasformare questa accettazione in malattia, deve intervenire il nostro IO o parte Spirituale ed elaborare la situazione senza che l’anima prenda il sopravvento e ci porti a forme di depressione e di malattia.
Un esempio di questo può fornircelo il film capolavoro: “La vita è bella” di Roberto Benigni.
Lì possiamo vedere come lavora l’IO quando di fronte a qualcosa di oggettivamente ripugnante , un IO riesca a trasformare una situazione agghiacciante in una narrazione che fa apparire sempre e comunque la VITA BELLA.
Questa forma di accettazione dove l’Io ha la completa CONSAPEVOLEZZA del suo agire si chiama CONCEPIMENTO.
L’Io fa nascere, concepisce altro da quello che sono le premesse.
In questa forma di accettazione non può crearsi alcuna malattia. L’anima è governata dallo spirito che conduce entrambi verso ulteriori gradini evolutivi.
Dunque accogliere è legato alla sfera dell’anima e non è un precipuo gesto spirituale perché il gesto spirituale cero prevede la Consapevolezza.
Il gesto spirituale è il Concepire. Quando si concepisce, come nella gravidanza, non si sa nulla di ciò che sarà ma si apre uno spazio ove L?Io lavora con presenza a se stesso e con intento.
Riferendolo a noi, significa dare la possibilità che si “generi” dentro di noi l’immagine che non è solo “mi accetto o mi accolgo così come sono” ma “mi concepisco” e mi trasformo che è un livello molto, molto più libero.
Opporre resistenza alla Verità, significa soffrire.
Giulio Achilli