La vita animica secondaria
Ogni essere umano è unico. Quando ci incontriamo tra esseri umani, la cosa più evidente che ci viene incontro è il reciproco comportamento, o come dice Rudolf Steiner, la vita animica secondaria.
E questa vita animica secondaria o comportamento, è l’aspetto che, nel caso di bambini dal comportamento non ordinario, più ci colpisce, finanche a metterci in difficoltà, tanto che spesso si vorrebbe intervenire per “rendere il loro comportamento ordinario”.
Ma Rudolf Steiner, disse che per dei Pedagogisti Curativi, questo aspetto non è interessante, o almeno non lo è in assoluto. Per Steiner l’agire pedagogico curativo non ruota attorno al comportamento ma soprattutto Rudolf Steiner non identifica il bambino con il suo comportamento. L’agire pedagogico curativo penetra invece in una dimensione più profonda, quella costituzionale.
La vita animica primaria
Oltre al comportamento o vita animica secondaria, c’è qualcosa di più importante che Steiner chiama la vita animica primaria, costituita dalle forze che conformano, abitano, individualizzano tutto il nostro corpo e che, dall’alto verso il basso, compenetrano il corpo fisico eterico che si chiamano Organizzazioni.
Steiner nella lavagna del Corso di Pedagogia Curativa la disegna con una linea rossa dall’alto verso il basso. E poi esiste un’altra linea che va dal basso verso l’alto che Steiner disegna in blu.
Queste due correnti si incontrano, nel centro, nel Cuore.
C’è dunque un gesto prettamente individuale: la discesa di una individualità che poco per volta dall’alto verso il basso attraverso gli organi incarnatori Polmone e Rene cioè nella corrente neuro-sensoriale di luce, prende possesso del corpo a scendere – capo, occhi, mani, verticale, camminare – (ognuno di questi gesti in modo assolutamente unico per ciascuno) che si confronta con quanto viene offerto dalla corrente ereditaria sia relativamente al corpo fisico ed eterico, sia relativamente all’ambiente ove quel nucleo spirituale approda che va dal basso verso l’alto negli organi Fegato e Cuore.
Nel corpo dell’uomo sempre, ma in particolare nei primi sette anni di vita, vive questo confronto. Nei primi sette anni si esplica la possibilità di individualizzare al meglio il nostro corpo ereditario; riuscire a farlo integralmente oppure, a varia misura soggiacere alle forze ereditarie.
Questo confronto, non smette mai per tutta la vita, anzi ogni sette anni circa, il nostro corpo rinnova tutti i “materiali” di cui è costituito.
Il grado di “individualizzazione del proprio corpo” si può osservare molto bene nell’aspetto sia dei bambini che degli adulti. Ci sono infatti persone che a 40 anni sono la fotocopia della madre o del padre. Questo vuol dire che hanno poco individualizzato la corrente delle forze ereditarie. Questo è molto interessante perché visibilmente possiamo conoscere come e quanto sia avvenuto questo processo in un individuo.
Cosa è una dimensione costituzionale?
È il modo in cui il nucleo animico-spirituale (l’astrale e l’Io del bambino), nel loro passare dalla porta del Cosmo a quella della Terra incontrano il corpo fisico ed il corpo eterico. È il modo in cui il nucleo spirituale che ciascuno di noi è in realtà va ad abitare il corpo della corrente genetica individuale e come questi due elementi – animico-spirituale e fisico-eterico – si incontrano nel nostro centro.
Come viene avvicinata ed abitata la corrente individuale? La modalità in cui questo accadrà costituisce la dimensione costituzionale.
Il Calore
In questo incontro, chi fa da medium nell’incarnazione di questo Io-nucleo spirituale tra le due correnti è il Calore.
Il Calore è fondamentale poiché tutto ciò che, nei primi anni di vita porta e mantiene calore, farà da medium per una migliore compenetrazione delle forze spirituali entro la linea terrestre, in particolar modo nei primi 7 anni, e determinerà il “quadro costitutivo” di ciascuno di noi nella vita successiva.
Calore termico, calore della cura, calore di armonia familiare, calore dell’ambiente e cioè di cosa e come il bambino vive…
Dopo il primo settennio, il calore non riguarderà solo il corpo e l’ambiente, ma anche il calore sprigionato nel sentire individuale, nell’avere una meta, un motivo.
Mete, motivi, orizzonti, scaldano e rinforzano e permettono di compenetrare e far proprio sempre di più il corpo ereditato e farlo secondo le intenzioni, i progetti incarnatori del nucleo spirituale che va a vivere in quel corpo.
L’Io vive nel Volere ed il Volere è, e diventa, Calore ed il Calore a sua volta rafforza l’Io. Calore termico (elemento) e Calore animico.
Per esempio, quando arriva la febbre, si verifica un “aumento dell’organismo di Calore”; questo permette il lavoro di compenetrazione individuale del corpo da parte dell’Io.
L’Io usa l’aumento della temperatura per afferrare meglio il corpo.
E questo è assolutamente visibile; ogni volta che un bambino ha la febbre cresce, cambia sia nel fisico che nelle sue forze animiche. Immaginiamoci ora come cambia l’approccio agli antipiretici.
Tutta la Pedagogia Curativa vive dentro e dietro a queste immagini.
Il calore come modalità di avvicinamento al bambino
Se vogliamo occuparci di educazione dobbiamo domandarci se siamo in grado di trasmettere calore a bambini e ragazzi. Siamo degli “esseri di calore”? Se rispondiamo di no e pensiamo di non poter fare questo cambiamento, è meglio cambiare strada.
Se sentiamo di non esserlo e pensiamo di poterci arrivare, allora dobbiamo fare un cammino in tal senso. È quello che si definisce come “auto-educazione”, si può edurre da sé stessi questo cambiamento, questa attitudine. Ed allora, iniziamo ad osservare come ci avviciniamo al bambino; siamo “freddi o caldi”?
Se ci avviciniamo senza calore, senza amore, in un modo non adeguato, saremo asettici e vedremo solo ciò che ci viene incontro – vita animica secondaria – che magari ci infastidisce pure. Ecco, questa freddezza è tremenda per noi e per i bambini. Meglio desistere se non si pensa di poter cambiare.
Autoeducazione e piano eterico
Se vogliamo intraprendere un percorso con noi stessi di auto educazione delle nostre migliori attitudini spregiudicate, si può cominciare dall’approccio a ciò che viviamo.
Quando un bambino, un adulto, porterà incontro atteggiamenti, caratteristiche, gesti, la prima cosa da fare è non identificare nessuno, e tantomeno un bambino, con i suoi gesti, con ciò che appare.
Dovremo, una volta percepiti i suoi gesti, andare a ricostruire l’intero, non smembrare, smembrare, smembrare in una morbosa curiosità, intellettualismo, giudizi, o pedanteria.
Ricostruire l’intero significa: lavorare su un piano eterico.
Comporre una immagine del bambino
La descrizione, l’osservazione, servono a farci trasportare nel comporre una immagine del bambino e far risuonare dentro di noi il suo tema. Comprendere le forze e come si collegano nel centro.
Le domande, dopo l’osservazione, ci dovranno portare in questa direzione di aiutarci a formare l’immagine del bambino, arrivare ad avvicinare l’essenza del bambino e, come ci ricorda Steiner, l’essenza del bambino non è data dal suo comportamento.
Nell’incontro tra queste le due correnti rossa e blu, il bambino dovrebbe arrivare ad individualizzare il corpo nel migliore dei modi per la sua intenzione di destino.