“Quale è il destino dei bambini dei quali ci stiamo occupando?”
É questa la domanda che chiunque abbia a che fare con Esseri Umani in crescita deve farsi continuamente. Quale è il destino di questo bambino?
Partendo da questa domanda e portandola sempre nel cuore, ci si collega con la sua biografia ed ogni suo agire, sentire, pensare, diventa un segno per scorgere il mistero che c’è dietro o meglio sopra di lui, il mistero che ne guida l’Incarnazione.
Quando siamo davanti a qualsiasi essere umano, non c’è davanti a noi solo una figura fisica con un carattere e con una storia terrestre, c’è qualcosa di immensamente più ampio, una Biografia Spirituale.
Quella Biografia Spirituale si forma di incarnazione in incarnazione. Pertanto, quando interagiamo con chiunque ed ovviamente anche con noi stessi, interagiamo con un Essere Spirituale antichissimo che sta facendo tra Terra e Cielo un percorso evolutivo che risponde a piani Cosmici.
Se abbiamo chiaro questo, la domanda “quale è il destino dei bambini dei quali ci stiamo occupando” acquista prospettive davvero enormi. Non si tratta del concetto di destino che più o meno alberga nel pensiero comune ma si tratta di poter guardare in un progetto antico e futuro di un’altro essere umano. E questo deve colmare l’educatore di un senso di venerazione assoluto nei confronti dell’Essere che per suo destino è portato ad incontrare ad un certo punto della sua vita. Un incontro che non era casuale.
La domanda venne posta direttamente a Rudolf Steiner da tre giovani ventenni.
Di seguito l’introduzione a firma del Dottor Buccheri riportata nel testo italiano del Corso di Pedagogia Curativa edizioni Antroposofiche:
“La pedagogia curativa antroposofica, che oggi è diffusa nel mondo intero e gode di una buona reputazione specialmente nei paesi anglosassoni, venne inaugurata nel 1924 nell’ambito di una piccolissima cerchia di persone. Tre giovani tedeschi, Franz Löffler, Siegfrid Pickert e Albrecht Strohschein, decisero di fondare un piccolo istituto in cui poter assistere bambini portatori di handicap, e perciò bisognosi di cure dell’anima, nel modo che ritenevano giusto in base alle loro conoscenze della scienza dello spirito antroposofica e al loro personale legame di destino con alcuni antroposofi. Nonostante la difficile situazione economica e sociale della Germania del primo dopoguerra, riuscirono a prendere in affitto vicino a Jena un edificio adatto che aveva il nome di Lauenstein. Lì cominciarono ad accogliere e ad assistere i piccoli ospiti nel mese di maggio del 1924.
Rudolf Steiner stesso visitò l’istituto il 18 giugno 1924 e promise agli iniziatori di tenere per loro un ciclo di conferenze di pedagogia curativa quando fosse tornato a Dornach.
Nella settimana seguente venne così organizzato un vero e proprio corso per un gruppo di ventuno partecipanti: oltre ai tre giovani di cui sopra, presero parte al corso anche altri educatori interessati e alcuni medici antroposofi. Fra di essi la dott.ssa Ita Wegman, responsabile della Sezione di medicina della Libera Università di scienza dello spirito al Goetheanum e dell’Istituto clinico-terapeutico di Arlesheim.
Tutti i partecipanti erano al corrente dei fondamenti conoscitivi dell’antroposofia e avevano già studiato, da soli o in piccole cerchie, le conferenze pedagogiche e mediche di Rudolf Steiner allora pubblicate in forma riservata.
Perciò Rudolf Steiner poté affrontare direttamente molti problemi anche pratici senza dover premettere una serie di considerazioni introduttive generali che forse apparirebbero necessarie.
Il lettore odierno dovrà tenerne conto, perché altrimenti risulterebbero inspiegabili o poco comprensibili parecchie affermazioni apparentemente apodittiche contenute in queste conferenze; esse sono caratterizzate, fra l’altro, da una straordinaria immediatezza di linguaggio, riconducibile alla giovane età di molti partecipanti.
Occorre essere coscienti pertanto che questo corso non va inteso come un trattato di pedagogia curativa o di psicopedagogia nel senso comune del termine, ma piuttosto come una prima descrizione generale dei quadri di destino di singole personalità umane, nella fattispecie di alcuni bambini portatori di handicap fisici o psichici particolarmente significativi.
Da tale descrizione si potranno ricavare, in un successivo momento, le indicazioni opportune per assistere e per curare casi analoghi in modo del tutto individuale e conforme alla loro dignità spirituale“.
Dott. Med Giancarlo Buccheri