Riscatto dai poteri

“Solo la sete di conoscere e la volontà di apprendere rendono un uomo capace di vedere chiaro negli eventi del mondo. Se si vuole capire gran parte di ciò che anche molti nostri amici oggi vogliono comprendere, allora bisogna darsi da fare a osservare bene tutto quello che c’è intorno – per sfruttarlo al massimo.

Proviamo a osservare come le correnti del quinto periodo postatlantico agiscono in senso molto ampio attraverso determinate aspirazioni e avvenimenti del nostro tempo, percepibili dall’esterno.

Prima di tutto abbiamo nell’est dell’Europa il popolo russo, quel popolo russo che, come ho già detto lunedì scorso, tutta l’Europa ha preso in certo modo a ben volere. In questo popolo russo vive, insieme ai diversi ceppi slavi – l’ho mostrato diverse volte – un elemento di popolo destinato al futuroInfatti nella tradizione popolare designata complessivamente slava vive ciò da cui dovrà essere tratto l’elemento che servirà in futuro allo sviluppo della corrente spirituale del sesto periodo postatlantico.

E in questa componente slava di popolo abbiamo a che fare per prima cosa con il popolo russo in quanto tale, poi con le singole stirpi slave che, pur essendo differenziate rispetto al russismo, da slave si sentono fino a un certo punto legate agli slavi-russi. Da ciò deriva, o meglio è derivato, quel fenomeno che oggi si chiama «panslavismo»: la sensazione che provano tutti gli slavi di avere un’appartenenza comune a livello spirituale, di vita dell’anima, e di vita politico-culturale.

Malgrado oggi si faccia grande abuso del prefisso «pan», finché nell’anima del popolo alberga qualcosa di simile, sono ancora fuor di dubbio cose oneste e giuste, anche nel senso più alto dell’evoluzione umana. Per chi conosce le circostanze è possibile chiamare «panslavismo» quella comunanza spirituale che fa vibrare le anime slave nel modo appena caratterizzato.

Parlare di «pangermanesimo» invece, indifferentemente se appaia fuori o dentro la Germania, è un’insensatezza, non solo una semplice stupidaggine. Infatti non si può fare di ogni erba un fascio. Non si può certo parlare di qualcosa che non esiste! Certo che può spuntar fuori come teoria e frullare in qualche testa, ma da queste fantasticherie va distinto ciò che è reale.

Del fatto che nell’Europa dell’est si abbia a che fare con un elemento di popolo differenziato, sono al corrente tutti quelli che dal diciannovesimo secolo si sono occupati seriamente di determinate conoscenze spirituali. Che nello slavismo viva l’elemento di popolo del futuro, lo scienziato dello spirito lo sa, e lo sapeva da sempre.
E se certi occultisti della Società Teosofica hanno affermato qualcos’altro, per esempio che questo elemento per il sesto periodo culturale ce l’hanno gli americani, questo prova soltanto che occultisti né erano, né sono, oppure che perseguono scopi diversi da quanto trapela in realtà.

Quindi da un lato dobbiamo tener conto che in Oriente abbiamo a che fare con un elemento che proviene dal sangue, e porta in sé un certo futuro, ma oggi è ancora molto ingenuo, infantile, ancora non conosce se stesso. Contiene in modo istintivo-profetico, se così si può dire, qualcosa che si svilupperà proprio a partire da questo elemento, e che si presenta nei sogni in svariati modi.

C’è anche da dire, come è noto a ciascun occultista – intendo adesso non i fatti esteriori, ma lo intendo come fenomeno culturale – che l’elemento polacco è in modo del tutto particolare quello più avanzato, è il più progredito, in quanto in sé culturalmente più solido, e questo sia religiosamente, sia politicamente.
L’elemento polacco si differenzia da tutti gli altri ceppi slavi essenzialmente perché ha una vita culturale unitaria e solida, con uno slancio e una forza portante straordinari. Oggi voglio solo abbozzare questo aspetto, forse ci ritorneremo sopra in modo più dettagliato.

Riflettiamo ora sul fatto che le cose che ho caratterizzato esistono. C’è, diciamo, come polarità a sua volta ben nota all’occultista nel suo significato più profondo, quello che si potrebbe chiamare una specie di antitesi a quanto abbiamo appena descritto: la vita culturale del popolo britannico.

Mi riferisco principalmente a quel tipo di cultura che si presenta agli occhi di tutti nelle istituzioni inglesi e nella cultura popolare britannica. Questo elemento ha un carattere politico eccezionalmente forte, un orientamento politico nel senso più schietto. Come conseguenza, da questo elemento è derivato il pensiero politico più ammirato dal resto del mondo, il pensiero politico più progredito e più libero.

Possiamo affermare che in ogni punto della terra dove si è voluto adottare un indirizzo politico in cui la libertà fosse di casa – la libertà come gli uomini hanno imparato a intenderla a partire dalla fine del diciottesimo secolo – è stato preso a prestito il pensiero britannico. Persino la rivoluzione francese alla fine del diciottesimo secolo era in sé più che altro un moto del sentimento, un impulso passionale. Ma il pensiero che c’era dentro derivava dal modo di pensare degli inglesi.

Il modo in cui vengono plasmati i concetti politici e sono articolate le istituzioni, il modo in cui la volontà popolare è rappresentata all’interno di organizzazioni politiche massimamente libere per far sì che essa possa agire da tutti i lati, è conforme all’inclinazione originaria del pensiero politico inglese.

Da qui la ripetuta imitazione delle istituzioni britanniche da parte degli Stati emergenti del diciannovesimo secolo. In un modo o nell’altro si è sempre cercato di riprendere in diversi punti qualcosa della vita parlamentare e della maniera in cui si formano le istituzioni parlamentari. Perché da questo punto di vista il pensiero inglese è il maestro dei tempi moderni.

Durante il diciannovesimo secolo, diciamo all’incirca fino agli ultimi decenni, questo pensiero politico si è espresso, proprio all’interno dell’Inghilterra, in misura esemplare anche attraverso statisti d’eccezione, personalità che hanno plasmato i propri pensieri del tutto in linea con questa forma. E qui si evidenzia in grande stile una certa realtà.

Si evidenzia che grazie a questo pensiero politico si potrebbe ottenere la salvezza del mondo, se solo ci si affidasse ad esso, se negli enti esterni ai diversi organi istituzionali non vivesse nient’altro che questo. Anche i personaggi che a prima vista sembrano parteggiare unilateralmente per l’una o l’altra parte, ma che tentano di agire orientandosi secondo questo pensiero politico, appaiono come personalità di elevata statura morale.

Voglio ricordare Richard Cobden, John Bright e altri, per non citare personaggi più importanti che vengono nominati di solito. Raggiungere una posizione di grande eccellenza è un campo in cui è molto facile smarrirsi – perciò cito uomini che non hanno deviato in nessuna direzione, ma che sono veramente significativi nel senso che sto per dirvi. Potremmo nominare anche tanti altri: quanto ho appena descritto è stato realmente presente come impulso, si può dire fino negli anni ’90 del diciannovesimo secolo. Ed è in certo senso una polarità rispetto a quello che in precedenza ho descritto come insito nel popolo slavo.

Infatti il modo in cui ho caratterizzato questo pensiero britannico, questa maniera di costruire pensieri a orientamento politico, è intrinseco al carattere del quinto periodo postatlantico. Appartiene a esso e deve venire formato in esso. Ed è stato afferrato nel modo giusto proprio nel luogo di cui ho parlato.

Così abbiamo ciò che da un lato viene a manifestarsi attraverso l’intelletto, la sagacia e la «morale politica», e dall’altro ciò che è predisposto in profondità non solo nell’animo, ma possiamo dire nel sangue come elemento di popolo del futuro.

Sia ben chiaro che quello che vi racconto adesso non è solo frutto del mio sapere, ma è stato osservato dalle persone che si occupano di queste cose, così come ve l’ho appena descritto, lungo tutto il diciannovesimo secolo. Specialmente in quelle confraternite occidentali di cui vi raccontavo viveva una conoscenza molto precisa di simili cose – e si conoscevano anche i nessi che le collegavano alla corrente evolutiva del quinto periodo postatlantico, e a ciò che dal quinto sfocia nel sesto.

E viveva in alcuni la volontà di usare le forze corrispondenti – resta ancora da vedere fino a che punto in senso buono o in senso cattivo. Perché, vedete, sono forze reali: da un lato il talento per un simile pensiero, così come l’ho caratterizzato, dall’altro un corrispondente elemento di popolo che riguarda il futuro.

Però c’è anche chi vuole strumentalizzare queste forze: è possibile farlo. Infatti, miei cari amici, non esistono solo le correnti che vi ho descritto, ma accanto ad esse vivono altre correnti, e accenneremo, una dopo l’altra, anche a queste altre.

Vedete, nel mondo ci sono mezzi con cui si possono generare suggestioni di massa.

Quando si vogliono creare suggestioni su larga scala bisogna immettere nel mondo qualcosa di sensazionalistico.
Alla stessa maniera in cui si può suggestionare una singola persona, così come vi ho descritto, si possono condizionare interi gruppi, basta impiegare i mezzi adatti, e soprattutto conoscere quello che lega concretamente le persone di questi gruppi le une alle altre.

Esiste un modo con cui si può pilotare la forza che risiede in un singolo uomo verso una precisa direzione. Questi può essere convinto del proprio profondo amore per la pace, ma compie le sue azioni sotto effetto della suggestione. Egli è tutt’altro da quello che fa.

Si può fare la stessa cosa anche con i sentimenti di interi gruppi, se si hanno le conoscenze adatte. Bisogna solo scegliere i mezzi appropriati. Serve solo spingere in una determinata direzione, attraverso una specie di impostura in grande stile, una forza che è sì vitale, ma non ha una particolare direzione come la forza di certe stirpi slave.

Una tale suggestione collettiva esiste, essa ha agito, agisce e agirà in modo estremamente efficace. È il cosiddetto Testamento di Pietro il Grande.

Conoscete la storia di Pietro il Grande. Sapete quanto Pietro il Grande si sia adoperato per introdurre in Russia lo stile di vita occidentale, non c’è bisogno che ve ne parli io, potete leggerlo in qualsiasi enciclopedia. Ma non voglio descrivere qui la storia esteriore e neanche suscitare simpatie per l’uno o per l’altro, voglio solo far presenti certi fatti, anzitutto in modo elementare.

Ora, di questo Pietro il Grande sono vere molte cose, solo non è vero che egli abbia scritto quel testamento, perché quel testamento è un falso. Non proviene da Pietro il Grande, ma è apparso all’improvviso al modo in cui scaturiscono simili cose, dall’oscurità. Fu immesso nell’evoluzione umana, da un giorno all’altro era semplicemente là. Non ha niente a che fare con Pietro il Grande, bensì con altri retroscena.

Questo Testamento appare convincente: infatti la Russia rivendica – dico la Russia, non il popolo slavo – il proprio futuro, sostenendo di doversi espandere nei Balcani, fino a Costantinopoli, ai Dardanelli e così via. Tutto questo sta scritto nel Testamento di Pietro il Grande.

Leggendolo, si viene toccati al punto che vien da dire: questa non è certo opera di dilettanti, ma è stata immessa nel mondo con un grande colpo di genio. Ogni tanto mi trovo ancora a ripensare all’impressione che questo Testamento di Pietro il Grande suscitò durante un corso che tenevo, una specie di seminario, dove lo studiavo con singoli allievi per mostrare la portata di ciascun paragrafo e quale fosse il suo influsso sullo sviluppo culturale dell’Europa.

Ogni volta che si vuole operare attraverso cose simili non si deve innescare una corrente sola, ma si deve farla incrociare sempre con un’altra, in modo che entrambe si influenzino a vicenda.

Infatti non si ottiene molto tirando semplicemente diritto in una sola direzione: talvolta occorre gettare una luce lateralmente sulla corrente con cui si opera, per confondere, per cancellare le tracce, e disperdere certe cose in un folto sottobosco. Questo è molto importante.

Ne deriva che certe correnti occulte, che si prefiggono uno scopo, talvolta si pongano compiti del tutto opposti, con l’effetto di confondere tutte le tracce.

Vi potrei indicare un centro di potere in Europa che, nel periodo in cui c’era in ballo qualcosa di importante, subì fortemente l’influenza di alcune società segrete che venivano definite massoniche. Nel senso che alcuni uomini agivano sotto l’effetto della suggestione di queste congreghe, dietro le quali c’era un retroscena occulto. Ovviamente si trattava di confondere le tracce proprio in quel punto.

Perciò in quel medesimo punto fu indirizzata un’influenza gesuitica, così proprio lì si vennero a incontrare influssi massonici e gesuitici.
Ci sono senz’altro personaggi molto in alto capaci di essere tanto massoni quanto gesuiti.
Ci sono certi potentati che possono servirsi dello strumento del gesuitismo come di quello della massoneria, per ottenere quello che vogliono attraverso il loro reciproco concorso.

Non si creda che nel mondo non possano esserci uomini che siano le due cose insieme: gesuita e massone. Sono uomini che si sono lasciati alle spalle lo stadio in cui si agisce in un’unica direzione. Sanno come le cose si debbano afferrare da diverse parti, se ci si vuole spingere in una determinata direzione. Dico questo per far notare di nuovo, in modo elementare, certi nessi.

Pietro il Grande – torniamo ancora una volta a lui – introdusse dunque elementi occidentali in Russia. Molte persone, autentiche anime slave, odiano profondamente, nutrono una profonda antipatia, per tutto quel che di occidentale Pietro il Grande ha importato in Russia, e questo fenomeno, che è stato certamente sempre presente, è diventato particolarmente virulento in questi tempi di guerra.

Dall’altra parte esiste il Testamento di Pietro il Grande, che non è suo ma è comparso all’improvviso, e che è adatto, tramite la suggestione, a servirsi non di singoli uomini, ma di interi gruppi slavi per diffondere su intere masse popolari una grande impostura collettiva, in cui vive anche l’antipatia contro l’Occidente simboleggiata dal nome di Pietro il Grande.

Ecco una maniera storicamente geniale di far agire contemporaneamente due cose, incrociandole, in modo esemplare: la simpatia per il Testamento di Pietro il Grande e l’avversione per tutto quello che proviene dall’Occidente. Questa azione incrociata si rivela efficace al massimo grado.

Abbiamo così mostrato un’altra faccia di questa corrente orientale. In seguito vi dimostrerò come una tale corrente possa venir utilizzata, dopo che la si è preparata per anni, a partire da un momento molto preciso. Dunque: abbiamo una corrente in cui sono state fatte confluire due correnti secondarie.
Si lavora, l’ho detto fin dall’inizio, a lunga scadenza.
Tale corrente è stata formata in modo da diventare qualcosa di cui servirsi. Ma proviamo a studiare le cose anche in un altro modo.


Voglio mostrarvi un’altra corrente, che oggi fluisce in Occidente accanto all’altra: quella che ha generato con le proprie forze il pensiero che si può dire finora più maturo per il quinto periodo postatlantico. Quest’altra corrente si è mantenuta di più nell’ombra e solo qualche volta, essendosi infiltrata segretamente in ogni sorta di avvenimenti pubblici, ha mostrato il suo retroscena occulto.

Devo ritornare di nuovo su certe confraternite occulte dell’Occidente, che si contraddistinguono soprattutto per la loro conoscenza perfetta dei meccanismi che vi ho appena descritto. Comunicano ai loro adepti – glielo insegnano esattamente – a che punto sia lo sviluppo del quinto e del sesto periodo di evoluzione postatlantico, quali forze siano in gioco, che effetti abbia l’un elemento, quello di pensiero, e quali l’altro, quello di popolo. Ma nello stesso tempo mostrano anche ai loro seguaci come tutto questo possa essere utilizzato per fini opposti.

Un insegnamento fondamentale a orientamento occulto di questo tipo, che come ho detto, affiora in quelle fratellanze, è che per il quinto periodo postatlantico le persone di lingua inglese sono l’equivalente del popolo romano per il quarto [18]. Questo è un insegnamento davvero importante, soprattutto perché si dice che bisognerà fare i conti con quel che segue.

Per prima cosa lo sguardo va indirizzato sull’elemento latino, che si esprime nelle diverse culture e popolazioni di lingua romanza. Questo elemento, impregnato della corrente latina, è destinato a sprofondare sempre più nel materialismo – non dico niente di mio, ma riferisco solo l’insegnamento che è sempre stato dato in quei posti –, ad affondare nel materialismo della scienza, della vita e della religione.
Di questo elemento in quanto tale non c’è bisogno di occuparsi perché si dissolverà da solo, a causa della decadenza in cui sta sprofondando.

Così vien detto che bisogna focalizzare la propria attenzione su questo fatto: la cosiddetta «razza latina» si trova in pieno processo di disfacimento, è un elemento al tramonto, e si ha il compito di predisporre e intraprendere con avvedutezza tutto quanto è necessario affinché l’elemento latino tramonti.

Questa osservazione si spinge tanto lontano da far dire che in tutti gli impulsi politici, ma anche in tutti gli impulsi occulti e religiosi deve essere fatto spazio a quelle forze che possono far scivolare l’elemento latino giù per la china.
All’esterno si può ovviamente mostrare ciò che si vuole, ma quello che conta è l’intento di farlo sparire, in un certo senso, dal mondo.

Si dice anche: come alle fine del quarto periodo postatlantico tutto era impregnato dalla cultura romanza, così il quinto periodo postatlantico, prima di giungere al termine, arriverà al punto in cui tutto sarà compenetrato della cultura che scaturirà dai popoli di lingua inglese, a partire dall’Occidente.

Sto parlando solo di quanto veniva tramandato come insegnamento, e di ciò che può essere stato dedotto – e che è stato dedotto – a questo proposito da quelle confraternite occulte.

Conformemente a questa dottrina è stato anche sempre insegnato che, come l’elemento anglo-germanico, (anzi là si dice l’elemento germano-britannico), si oppose ai romani, così gli slavi, ovvero l’elemento slavo, si opporranno a quello inglese, perché così va il mondo. Così si insegna: «Questo è il corso del mondo.»

Ora abbiamo, in un certo senso, una rotazione di novanta gradi. Mentre l’elemento latino, l’elemento romano, ricevette un impulso da nord, ora l’impulso si dirige da oriente verso occidente (cfr. disegno, esso ricalca lo schizzo fatto da Steiner alla lavagna: Ost sta per Est, [NdT]).

Deve essere ben chiaro che simili cose penetrano nella vita sociale attraverso un’infinità di scritti e di stampati che vengono letti in pubblico. Esistono mezzi e vie per divulgarle in modo che nessuno si renda conto di quello che ho appena raccontato.

Pensate se in certi luoghi venissero rese note queste cose – beh, sarebbe naturalmente inconcepibile! Invece le cose vengono dette in un modo diverso, si tratta di riuscire a suggestionare. Si usano le parole, e i fatti parlano – si agisce con le parole e si parla con i fatti! – e spesso si compiono azioni che paiono opposte a ciò che si sta facendo veramente.
Considerate che c’è già chi si è preso la briga di fare in modo che certe realtà, come le ho abbozzate finora, formino una specie di atmosfera spirituale.
Qua e là capita di leggere qualcosa, qualcosa che sembra del tutto innocuo.
Ma tra le righe – e questo concetto «tra le righe» può paradossalmente essere molto, molto reale – si legge, si viene a sapere, si osserva contemporaneamente qualcosa di totalmente diverso.
Ecco, gli uomini sono immersi in questa «atmosfera». Formano i loro pensieri in conformità ad essa.
A volte i pensieri delle persone più acute assumono forme molto particolari. Se vogliamo quindi esprimere un giudizio su come gli uomini pensano, non basta lasciarsi andare alla distrazione, di cui ultimamente ho detto spesso, ma dobbiamo essere attenti all’atmosfera in cui gli uomini vivono.
Perché è qualcosa di concreto, non è quell’astrazione nebulosa di cui parla molta gente, quando parla dell’influsso del «milieu», dell’ambiente – come Eucken, che quando ne parla non si accorge che in tutta la sua esposizione da una parte dice che l’ambiente crea l’uomo, e dall’altra che l’ambiente viene creato dagli uomini. Il che è come dire: voglio salire tirandomi su da solo per i capelli!
È da questo punto di vista che dobbiamo vedere come gli uomini sono inseriti in quello che viene definito ‘ambiente’. Perchè questo ambiente deriva del tutto concretamente da determinate correnti.
Non è quella cosa vaga che crede molta gente.”

Rudolf Steiner, Riscatto dai poteri

IoArgentoVivo

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