Il gesto pedagogico

Tu bambino, mio allievo, sei non meno di me uno spirito eterno, né più giovane né più vecchio. 
Abbiamo alle spalle un lungo passato comune. 
Dal mondo spirituale porti con te nella tua esistenza tutto ciò di cui hai bisogno per realizzare un compito meraviglioso e assolutamente individuale. 
Di giorno in giorno potrai rivelarmi ciò che ti aspetti da me, se sarò abbastanza attento da ascoltare le tue parole. 
Prima ancora di nascere mi hai scelto come tuo genitore o maestro e dopo la nascita mi hai cercato con determinazione. Posso farti da insegnante solo perché tu sei il mio maestro, poiché ogni giorno mi insegni che cosa ti è necessario per il tuo cammino
.” 

Pietro Aerchiati 

La pedagogia curativa secondo R. Steiner si fonda su una conoscenza profonda delle apparenze e dunque utilizza il concetto di diagnosi nel senso originario greco di dia-gnosis ovvero guardare attraverso.

Ciò significa fare della apparenza una trasparenza.

Il gesto del pedagogista curativo scaturisce dunque dalla conoscenza/trasparenza di quel singolo bambino e non dalla acquisizione ed applicazione di una tecnica o di una teoria.

Ed ogni singolo bambino, ma vale lo stesso per singolo essere umano, non è solo ciò che a noi si mostra alla percezione dei nostri sensi ordinari.
I sensi ordinari ci mostrano qualcosa di percepibile ad essi e questo qualcosa è sempre collegato all’elemento materico.
Ma non esiste al mondo una cosa identica ad un’altra, un essere vivente identico ad un’altro; anche due gemelli omozigoti presentano sicuramente delle differenze.
Perché mai in un mondo composto da quasi 8 miliardi di individui la materia non si è composta in modo da generare almeno due individui identici?
Perché mai pur essendo in fondo pochi gli elementi della tavola periodica da abbinare per dare sostanza ad un essere umano con 8 miliardi di individui e quindi una notevole ampiezza e possibilità di combinazioni, non se ne combina uno uguale ad un’altro?
Beh forse perché la materia e la “materia umana” non risponde alle caselle della tavola periodica degli elementi ma è al servizio di una Intelligenza che con quegli elementi decide Lei cosa farne.
Una intelligenza che non è chissà dove in qualche luogo del cosmo da raggiungere magari con una navicella spaziale.
Questa Intelligenza non è nascosta da nessuna parte semplicemente perché è ovunque davanti a noi.

Se decidiamo di costruire un mobile, una casa, preparare una torta, quando essi saranno pronti nessuno potrà vedere tangibilmente l’intelligenza che ha operato tutti i passi necessari per costruire il mobile, la casa o la torta; essa sarà solo intuibile dai risultati. Dunque tutto ciò che è visibile ai sensi ordinari è scaturito da qualcosa che per essi non è percepibile. Ed allora partiamo da ciò che non è visibile ai sensi ordinari.
Il “senso” del vivere è legato alla conoscenza che l’uomo può formarsi di sé stesso ma non indagando il mondo fisico e le sue leggi o esplorando lo spazio stellare. Tantomeno il “senso” apparirà esplorando la sua vita psichica. 

Si potrà andare nella giusta direzione soltanto dirigendosi alla scoperta della sua natura non visibile ai sensi fisici

La pedagogia curativa va ad esplorare ciò che non è visibile in ciò che appare. Fa dell’apparenza una trasparenza. Consente al comportamento, al sintomo di raccontare di se, di raccontare da dove viene, che storia pre-natale ha, che impulso o prospettiva futura si attende.
Questo è il gesto di un Pedagogista curativo Antroposofo. Non cura nessun malato, accompagna piuttosto l’individualità che ha di fronte a manifestare se stessa e cerca di farlo con gli strumenti della consocienza scientifica spirituale data da Rudolf Steiner. Strumenti alla portata di chiunque voglia conoscerli.
Non c’è nulla di misterioso, nessun dogma, alcuna stranezza. Piuttosto tanta conoscenza ed un energico lavoro su di per mettere a disposizione dell’altro una versione sempre più cosciente dell’essenza che vive in lui.

IoArgentoVivo

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