“Fino al sesto concilio di Costantinopoli del 869 d.c., nella religione cristiana il termine Spirito era mantenuto distinto da Anima e componeva, in senso teologico, una triade con il concetto di corpo fisico, per definire i diversi aspetti dell’entità umana. In quella occasione fu invece stabilita la sola esistenza di due elementi nella costituzione dell’uomo, anima e corpo.
Così mentre la Chiesa tentava di mantenere il potere attraverso l’investitura dello Spirito Santo, privava dialetticamente e dogmaticamente l’uomo, dello strumento indispensabile per entrare in relazione diretta con esso, ovvero lo Spirito individuale che rispecchia nell’anima la scintilla divina“.
da “Storia delle religioni antiche”.
Rudolf Steiner
Il concetto di Spirito venne abolito in un Concilio ecumenico di Costantinopoli appunto nell’869 dopo Cristo e con questo atto si misero le premesse per abolirlo lentamente ed inesorabilmente dalla coscienza umana nei secoli avvenire. Col Concilio venne deciso che l’uomo doveva essere costituito solo di corpo e anima cioè l’elemento fisico e quello psichico. Null’altro.
Mentre prima si designava ovunque l’uomo tripartito di corpo (soma), anima (psiche) e spirito (pneuma), da quel momento in poi potremmo dire che accadde che egli venisse assimilato ad un animale, solo più evoluto, bipede ed eretto. Peraltro questa è opinione diffusissima ad oggi. Molte persone addestrate dal pensiero comune, dalla scuola, dalle convenzioni dicono infatti: “l’uomo è un animale, l’animale più evoluto”.
Ma c’è una ulteriore questione da osservare. L’ignorare l’esistenza dello spirito ed ammettere quella dell’anima non significa affatto avere chiaro cosa sia l’anima ed infatti i due concetti vengono quasi sempre assimilati. Dunque dovremo tornare anche sul concetto di anima.
Basterebbe guardarsi introno, guardare la perfezione di tutto ciò che esiste, la perfetta integrazione di ogni cosa con il tutto per rendersi conto che non può non esistere una Intelligenza che questa perfezione l’ha pensata, l’ha realizzata, la tiene in vita. E questa Intelligenza è ciò che noi chiamiamo Spirito.
Nell’uomo tramite il suo corpo, o meglio i suoi corpi, un frammento di quella Intelligenza, una morula, viene a vivere sulla Terra.
l’Uomo è in realtà un Nucleo Spirituale Immortale, che dirige quell’essere umano che vive sulla terra dal mondo dello spirito; è bene avere chiaro che quel Nucleo Spirituale non si incarna mai. Il Nucleo Spirituale è il regista del personaggio che vive sulla terra, potremmo dire che usa un corpo fisico, uno vitale ed uno animico per fare esperienza terrena.
Perché fu permesso l’occultamento per dogma dello Spirito?
Per una necessità evolutiva. Fu necessario nasconderne la conoscenza e la coscienza per una decisione del mondo spirituale. L’uomo doveva perdere la consapevolezza di essere legato ad un elemento immortale, che dirigeva e ritornava a dirigere diversi corpi in ripetute vite terrene e che quando da esso con la morte ne usciva, si trovava ad analizzare la vita conclusa con le Gerarchie nei mondi spirituali.
Il concilio di Costantinopoli non fu un evento casuale o negativo dunque, ma necessario. Come abbiamo detto, da li in poi all’uomo venne fatto pensare sempre di più di essere espressione di un cervello che governa un corpo e che con essi si vive una vita sola.
Ora però, nell’impossibilità e nel tormento dell’uomo di “spiegare” a sé stesso il senso dell’essere in vita, della sofferenza e della morte, arrivarono in soccorso le religioni che proponevano tutta una serie di soluzioni, nella forma di dogmi, a cui soggiacere con cieca fede mentre esse, vendendosi come uniche detentrici della conoscenza dei misteri della vita e della morte, offrivano in cambio della fedeltà alle loro istanze, una ricompensa, una via di salvezza post mortem. Ricompensa che teneva uniti ad esse i fedeli durante la loro vita.
E tutto questo in qualche modo confortava ed ha confortato per secoli l’uomo.
Ma oggi all’uomo dallo sviluppo del pensiero scientifico, quella visione dogmatica ed irrazionale non basta più. Non avendo più la possibilità di accedere ai mondi spirituali per grazia ricevuta come avveniva un tempo ed essendo per questa ragione diventato sempre più razionale e materialista, per spiegarsi la sua origine ed il suo senso nell’universo è nata una nuova fede, una nuova chiesa: la scienza. Una istituzione a saper guardare bene, non meno dogmatica delle chiese del passato.
Questo passaggio fu un elemento necessario all’evoluzione dell’Umanità che da quel momento in poi, per riconquistare lo spirito, avrebbe dovuto farlo con le sue forze di volontà scorgendolo nella materia e non più, come nel passato, conoscerlo per dato di fatto, sentirne la presenza chiaroveggentemente per grazia ricevuta. L’Antroposofia è la via dell’uomo moderno per compiere i passi necessari a ritrovare lo Spirito nella materia e dunque a percepirne l’identità, l’unità.
“Nell’essere umano, quale ci sta di fronte vanno propriamente e chiaramente distinte, due entità. Chi mi ascolta ricorderà che in recenti considerazioni ho illustrato come l’organizzazione fisica umana venga preparata spiritualmente nella vita pre-terrena, come essa venga, per così dire, mandata giù quale organizzazione spiritualeprima che l’uomo stesso, con il suo io entri nell’esistenza terrena.
Questa organizzazione spirituale continua in sostanza ad agire anche durante l’intera vita fisica terrestre.
Solo che durante la vita fisica terrestre essa non si manifesta in qualcosa di esteriormente visibile. Ciò che è esteriormente percepibile, viene essenzialmente allontanato con la nascita, poiché si tratta degli involucri nei quali l’embrione umano e contenuto durante la sua vita intrauterina. Corion, Sacco amniotico, Allantoide. Tutto ciò viene allontanato quale organizzazione fisica quando l’uomo, uscendo dal corpo materno, raggiunge una esistenza fisica indipendente.
Ma questa organizzazione pre-terrena rimane attiva durante tutta la vita. Solo che la sua natura è qualcosa di diverso dall’attività corporea-animico-spirituale dell’uomo durante la vita fisica terrena. È ciò di cui vorrei parlare oggi.
In noi, dunque, abbiamo in un certo modo un uomo invisibile che è racchiuso, nelle nostre forze di crescita, anche quelle forze nascoste per mezzo delle quali avviene la nutrizione che è contenuto in tutto ciò su cui l’attività cosciente dell’uomo propriamente non si estende. Ma anche in questa attività inconscia fin nella crescita, fin nella quotidiana rigenerazione delle forze per mezzo della nutrizione, agisce qualcosa.
E questa attività è proprio l’effetto conseguente della esistenza preterrena e diventa nell’esistenza terrestre un corpo di forze che opera in noi, ma che non giunge propriamente a una manifestazione cosciente.
Ed è questo uomo invisibile che tutti portiamo dentro di noi che si celano le nostre forze di crescita, nutrizione e che anche nelle forze della riproduzione che vorrei descrivere[1].
[1] Rudolf Steiner Tratto da “l’Uomo invisibile in noi” Dornach, 11 febbraio 1923 O.O 221