L’Organizzazione dell’Io

L’IO In quanto parte più elevata del nostro essere, la nostra individualità eterna, non può essere conosciuto direttamente.
Non si può che averne un’esperienza intuitiva.
Questo io ingloba i componenti più elevati del nostro essere, i suoi componenti puramente spirituali, vale a dire 

isé spirituale, lo spirito vitale e l’uomo spirito.
L’organismo o meglio l’organizzazione dell’io (che potremmo chiamare Ego ndr) ingloba le tre anime 

anima senzienteanima razionale o di sentimentoanima cosciente 
sulle quali agisce prima di svolgere la sua attività, attraverso esse, sui corpi astrale, eterico e fisico. 
Il corpo dell’Io appare come un corpo ‘negativo’ in confronto agli altri tre corpi che si potranno qualificare come ‘positivi’. 

Chakra energia del cuore pagina 23

Cosa è l’Io? l’Io non è un concetto definito come potrebbe essere quello di “sedia, vaso, bicicletta…, ma vivente, cioè continuamente in divenire
Esiste una unica parola che può essere pronunciata solo relativamente a se stessi. Questa parola è IO. 
Le parole TU, EGLI, ESSI sono applicabili a tutto ciò che è intorno, mentre la parola IO è riferibile solo a sé stessi.

Se osserviamo un bimbo piccolo noteremo che se anche sa parlare, fino a circa i tre anni non si riferirà a sé stesso con il pronome IO, ma userà, spesso interpretandolo a modo suo, il nome con il quale si sente chiamare. Se ascoltate il brano di Claudio Baglioni ‘Acqua dalla Luna‘ sentirete che lui parla di un “Cucaio“. Ecco, Cucaio era il nome che Claudio Baglioni usava per indicare sé stesso, prima di imparare a dire IO.

Se avete dei figli o chiedete alle vostre mamme e papà, ricorderete o potrete sapere che i vostri bambini, come voi, avevano dato a se stessi un nome e si riferivano a se stessi in terza persona. Claudio Baglioni indicava se stesso come Cucaio

Ma accade un certo giorno che quel nome scompare ed il bambino ne usa un altro per riferirsi a se stesso e non usa più la terza persona “Cucaio pappa” per dire “ho fame” ma inizierà ha dire IO HO FAME oppure IO PAPPA. Cucaio sarà sparito.

Ecco, quello è il giorno in cui nell’essere umano si riflette, si manifesta per la prima volta una entità incorporea, invisibile, sovra sensibile che è il vero IO e che accompagnerà la vita fisica di quell’individuo senza lasciarlo mai (tranne se dovesse far uso di sostanze psicotrope e durante il sonno). 

Già questa semplice osservazione ci desta una riflessione, ciò che noi chiamiamo io per riferirci a noi stessi, è qualcosa di invisibile
Ma se è invisibile, dove sta, dove trovarlo? Come rendersi conto che esiste pur senza poterlo mai vedere? Eppure noi lo nominiamo continuamente. 

“Il quarto elemento costitutivo dell’essere umano è l’io virgola che rappresenta lo stadio evolutivo raggiunto solo dall’uomo: la facoltà dell’autocoscienza.  

Un essere che può dire io a se stesso porta in sé il suo mondo personale percepibile nel suo modo di pensare agire e di emozionarsi. Il tal modo in lui comincia a manifestarsi un elemento spirituale verso cui può imparare a sentirsi responsabile e impegnato. È quella voce della coscienza che oggi abilmente mettiamo a tacere con il frastuono sonoro e il luccichio illusorio della vita moderna. Persino nella sala d’aspetto del medico, dove potremmo finalmente stare un po con noi stessi, veniamo accolti da una musichetta rincitrullente e apprezziamo riviste stolide che ci portano a essere partecipi dell’irreale intimità dei vip. 

l’io si crea una propria organizzazione dell’io nel corpo; penetrando profondamente in una zona che è ben oltre la coscienza di veglia, da forma a ordinamenti funzionali e strutture corporee individuali a misura dell’uomo. Nessun organismo umano è identico a un’altro, questa impronta personale penetra sino nella materia fisica. Lo insegna la biologia molecolare: a partire dai propri geni ogni uomo crea le sue proteine e possiamo dire che al mondo esistono tante proteine diverse quanti sono gli esseri umani!

Il calore è l’elemento che attraverso il suo veicolo organico il sangue, apre all’io il mondo della materia. Non per niente Mefistofele chiede a Faust di firmare col sangue. Esso esprime l’eterna individualità aperta parentesi (l’entelechia) dell’essere umano.  

L’antropologia steineriana esorta a guardare all’uomo tenendo conto della sua complessità e delle sue intime necessità appunto questa immagine ampliata dell’uomo è alla base della scuola steineriana La cui pedagogia, basandosi su tale immagine, si propone di promuovere un sano e sereno sviluppo del bambino, così che egli divenga in seguito un uomo libero. Rimango profondamente colpito, nell’utopia coraggiosa e faticosa di una scuola steineriana, nel constatare che il maestro di falegnameria potrà dire di un bimbo delle cose profonde che a volte neppure il medico antroposofo o il maestro di italiano possono aver compreso della sua personalità. Le caste sono superate: il “gran sacerdote” di italiano e il “generale medico” devono inchinarsi di fronte al lavoratore manuale, all’intoccabile portatore di una conoscenza che essi non hanno. 

un tale uomo, ben radicato nelle quattro parti costitutive e che esprime fattiva creatività nella sua mano non sostituibile da alcuna macchina, mi fa ben sperare per il nostro futuro”[1].

C’è una differenziazione tra l’io al quale ci riferiamo ogni giorno e che è la sintesi della nostra personalità, e l’Io che invece con la personalità non ha nulla a che fare.
Possiamo dire che esistono due io; un Io Spirituale che è il regista della vita che viviamo sulla terra ed un Io terrestre o corpo dell’Io, che è il contenitore di tutto ciò che viviamo da appena nati (ed anche dalla gravidanza) e che diventa la nostra personalità, quella di cui andiamo tanto fieri, ma che non è realmente il vero Io che è invisibile. 

L’Io Reale prima di incarnare la sua volontà di esistere in un corpo fisico, prepara il teatro, la scena, il palcoscenico e tutto quello che servirà all’io terrestre per svolgere la sua vita nella materia. E lo fa grazie alle Organizzazioni.

L’Io Reale sta al di sopra di tutto ed è l’ispiratore del palcoscenico ove si svolgerà la sua vita nella materia per una manciata di anni ogni 8/10 secoli; anche se ora i tempi si sono notevolmente abbreviati. Esso, viene a fare una esperienza evolutiva terrestre che non potrebbe fare nel mondo dello Spirito.

Potremmo anche dire che l’Io Reale è lo Spirito Umano Trascendente mentre l’Io terrestre è una organizzazione che serve l’Io Reale ed è il personaggio che interpretiamo sulla Terra. 
L’ente mediatore tra questi due attori è l’Anima contenuta nel Corpo Astrale. Essa è il ponte che mette in collegamento le comunicazioni che l’Io Reale vuole far arrivare all’Io terrestre e che l’Io terrestre ha appreso e vuole trasferire all’Io Reale. Ecco perché il “problema” di tutto questo è l’anima. E’ in questo veicolo che si sono inseriti gli ostacolatori. 

L’Io terrestre è determinato dall’ingresso, dal suo risveglio nel corpo. Il Nucleo Spirituale (Io Reale) deve entrare nel corpo per prendere una Coscienza individuale terrestre con la quale fa esperienza di vita sulla Terra, coscienza che perde quando lascia il corpo durante il sonno, oppure con l’uso di sostanze o nel post mortem.  

L’Io terrestre, dunque, fa parte di quella che Rudolf Steiner chiama “Vita Animica Transitoria” che è il mondo del pensiero, del sentimento e delle azioni o della volontà. 
Quando parliamo di Io Reale invece parliamo di quella che Rudolf Steiner chiama  Vita Animica Durevole.  

Il centro del mondo della Vita Animica Transitoria è il corpo dell’Io.

Il centro del mondo della Vita Animica Durevole è l’Io Reale.

Quando la sera ci addormentiamo ed avviene una rarefazione del nostro pensare, del nostro sentire e del nostro volere avviene una espansione dell’Io Reale, che non deve più gestire il personaggio, nel “luogo” da dove è venuto e da dove opera ovvero nel mondo dello spirito. 

Tutto il periodo 0-21 anni o anche detto Età Evolutiva, è il periodo in cui sempre di più si consolida la “coscienza dell’Io”; la possibilità dell’Io di vedere sé stesso. L’autocoscienza. 

L’Io fornisce la possibilità di rispecchiarsi nell’altro. Grazie all’altro ciascuno vede sé stesso. Nella manifestazione dell’altro Io, l’Io vede sé stesso.

L‘Io Reale può “subire” il soma ereditario

Tante volte può accadere che l’intenzionalità incarnatoria dell’Io Reale non possa, per le più svariate ragioni, tradursi nel corpo che ha incarnato. Le sue intenzioni, le sue volontà, i suoi sentimenti possono non corrispondere al soma che si trova ad abitare. 

L’Io Reale però può modificare il corpo ereditario. 

L’Io ha una progettualità di cambiamento ed evoluzione, compie delle scelte coscienti, mentre l’Io Reale ispira quelle scelte. Ispirazioni che ovviamente non passano dal canale della coscienza. 

Nell’ambito di una stessa specie gli animali sono intercambiabili, non possedendo una individualità propria. Ciascun uomo, al contrario, è un essere unico, diverso da ogni altro; come si manifesta nella costituzione fisica, per esempio nel sangue, che non è mai identico tra due individui. Tale individualità appare anche nei più piccoli dettagli come nelle impronte digitali. Tuttavia non è il corpo fisico che stabilisce l’esistenza di queste caratteristiche individuali; esso non fa che ricevere, attraverso l’intermediazione del corpo eterico e del corpo astrale, l’impronta dell’io. In effetti, la sostanza del corpo fisico si rinnova interamente in 7 anni; esso pertanto sarebbe incapace di mantenere la struttura umana nella sua integrità senza l’azione dell’io sul corpo fisico attraverso la mediazione del corpo astrale e del corpo eterico. Questo rinnovamento della sostanza in 7 anni è stato messo in luce a più riprese da Rudolf Steiner; solo recentemente grazie all’uso di Radio elementi artificiali è stato possibile verificarlo. Malgrado il rinnovamento, noi conserviamo tuttavia la nostra identità. La nostra sostanza cambia, il nostro aspetto si modifica poco a poco, il nostro psichismo si trasforma eppure non dubitiamo un solo istante di essere rimasti lo stesso individuo, ricco di tutti i ricordi raccolti nel corso dell’esistenza.

effetti legati alla presenza dell’io e del corpo astrale nel complesso inferiore.  quando quando al momento della morte il corpo eterico abbandona allo stesso modo il corpo fisico, quest’ultimo torna al mondo minerale e ne subisce nuovamente le leggi decomponendosi”. [2]


[1] Sergio Maria Francando – Medicina antroposofica familiare

[2] Victor Bott – Medicina antroposofica

IoArgentoVivo

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