Piccole riflessioni domenicali

E così il senso della vita dovrebbe essere nascere – casualmente – (e più o meno “fortunati”) studiare forse si, forse no, forse boh, entrare nel mondo del lavoro e possibilmente fare soldi, spaccarsi di godurie e divertimenti, unirsi con qualcuno e “fare figli” o forse no, deperire, invecchiare e passare ai saluti. Ah si? E che senso avrebbe?
Cioè dico, perché mai la natura che mostra continuamente la sua saggezza e la sua intelligenza avrebbe dovuto arrivare a pensare l’essere umano così complesso e meraviglioso e poi fargli fare una vita senza senso? L’Umano, ovvero la creatura che possiede la massima espressione di intelligenza e totipotenza di tutto il pianeta dovrebbe essere il più randomico di tutti gli esseri?
L’unico che, stando a quanto si divulga e quindi si pensa generalmente, fa un percorso di vita disfunzionale a tutto il resto che lo circonda, tanto che sempre più spesso ci si riferisce all’umano come un parassita, il virus del pianeta?
No, perché io vedo che tutto ciò che è attorno a noi è perfettamente sensato ed intelligente, ma noi (gli umani) saremmo quelli venuti male.
Può essere questo il senso della vita?
Quando si va a scuola, si imparano tante nozioni ma non si impara a desiderare di conoscere; piuttosto si impara l’arte del risparmio di fatica, l’arte del sotterfugio e del superare il più indenni possibile le nevrosi degli adulti che nella maggior parte del tempo sui nostri banchi di scuola, ci hanno accompagnati.
Sostanzialmente le scuole servono a dare una ‘formazione’ ovvero ci vengono somministrate forme, imprinting, condizionamenti di altri.
E chi sono questi che si permettono di dirci che forma dovremmo avere? Altri che a loro volta sono stati formati così.
Impariamo a ripetere contenuti per farci valutare come li sappiamo. Prevalentemente studiamo un mondo incatenato nei libri, e dunque morto,
Chi poi ha il dono di diventare genitore difficilmente pensa che sia necessario “studiare” per diventare tali; semplicemente improvvisa, imita e riproduce schemi educativi sociali.
Stesso per il lavoro.
Il pensiero unico dominante ci trascina dove vuole lui. Relazioni sociali, cultura, interessi, svago. Tutto predisposto, un binario. Tutto morto.
Ma possibile che l’offerta della vita sia solo questo?
Possibile che tanta intelligenza attorno a noi, in ogni dettaglio della natura, abbia fatto pensate così stupide per il vertice della sua creazione, l’uomo?
Tutto sto cinema, come diciamo a Roma, pe fa sta vita sciatta, banale, povera?

Poesse?

IoArgentoVivo

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